Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Benissimo gent.mi Presidente Onorario e Azionista di riferimento, sig.ri Della Valle.
Oggi è stato oltrepassato il segno e noi tifosi non possiamo più accettare che la nostra Fiorentina sia additata allo scherno da tutti ovunque.
Vi ringraziamo per averci presi in C2 e portati in Champions League, sono stati anni stupendi che non dimenticheremo.
Ora però, se come dite ci tenete ancora alla Fioren...tina, ci sono solo alcune cose da fare: tirare fuori la grinta, essere presenti, senza dirigenti fantoccio, e obbligare i giocatori a sputare anche l'anima per raggiungere la salvezza. A giugno poi dovete decidere cosa fare: o impostare un mercato degno del nome e della storia della squadra, magari rivedendo questa storia del monte ingaggi che ci ha messo fuori mercato, oppure decidere di mollare perché non ve la sentite, vi siete accorti che non rende, ecc...
Ci sarà rammarico se voi decideste di andare via, ma sempre meno delusione di quella che stiamo vivendo in questi ultimi anni.
Se dobbiamo vivacchiare, allora ci basta anche una proprietà meno ricca e famosa.
Con osservanza,
Ettore Timi

Purtroppo quello che temevamo è accaduto: La Fiorentina, perdendo ieri sera con il Lione, dice addio alla Champions League.
La partita di Bucarest, con lo Steaua, è, tuttavia, ancora importante perché potrebbe permetterci di arrivare terzi nel girone ed accedere quindi alla Coppa Uefa.
E' stata l'avventura in Champions, dunque, un fallimento?
Penso proprio di no. Abbiamo avuto solo la dimostrazione di quello che tutti già sapevamo: per avere successo in queste competizioni non basta una squadra forte e motivata, ma è necessaria l'esperienza internazionale, cosa che mancava a molti dei nostri giocatori.
Se si voleva essere protagonisti fin da subito in Champions si sarebbe dovuto operare sul mercato in un altro modo, non puntando solo sui giovani ma su giocatori già collaudati ed esperti a livello internazionale. Non è stata questa la scelta della Società ed ora non possiamo stupirci.
Sono d'accordo con Mister Prandelli che ieri, a caldo, pur se deluso ha detto che questa squadra ha un grande futuro davanti.
Questo futuro si potrà costruire grazie all'esperienza accumulata, come quella di quest'anno in Champions,
Se avessimo potuto giocare le altre 2 Champions che ci siamo meritati sul campo, probabilmente non sarebbe stato così improbabile passare il girone di Champions già quest'anno.
Ora dobbiamo far bene a Bucarest per agguantare la Coppa Uefa dove abbiamo più chances di andare avanti, vedi l'anno scorso.
Per la Champions l'appuntamento è solo rimandato.
Champions League UEFA Prandelli Fiorentina

E' stato tristissimo...
Ero allo Stadio e il contraccolpo fra il clima di festa del pre-partita e di tensione della partita con la delusione finale è stato grande.
Alla squadra e al mister non ho da rimproverare nulla.
I Rangers hanno giocato tutte e due le partite solo in difesa (e poi il catenaccio è di noi italiani), hanno fatto un solo tiro in porta in entrambi le partite e hanno dimostrato un tasso tecnico inferiore al nostro.
Noi siamo stati sfortunati a non trovare quel goal, che li avrebbe stesi definitivamente, nei rari momenti che abbiamo potuto esprimere il nostro gioco.
A volte il calcio è così e bisogna prenderne atto.
La Fiorentina è la squadra migliore vista quest'anno in Coppa UEFA ma non ci sarà in finale. Peccato!
Grazie Ragazzi per tutto quello che avete fatto e per le emozioni che ci avete regalato quest'anno.
Ora c'è un ultimo grande sforzo da fare per mantenere il 4° posto che ci siamo meritati quest'anno.
Sono sicuro che ce la metterete tutta a partire da Domenica, pur se reduci da tanta stanchezza e sofferenza.
Siamo tutti con voi!
FORZA VIOLA!!!
Fiorentina Coppa UEFA Firenze Glasgow Rangers

Mi dite cosa c'è di più bello, calcisticamente parlando, che sconfiggere la Juventus, a Torino, nel recupero del secondo tempo per 3-2, dopo vent'anni dall'ultima vittoria in casa loro????
Beh forse solo se la stessa partita fosse stata una finale di Champions League o uno spareggio Scudetto!
Che soddisfazione.....
A dire la verità in questo risultato, ovviamente, ci speravo ma, visti i precedenti, avrei firmato per un pareggio....
Mamma mia che bellezza...
Ancor più bello è stato che a segnare sono stati Gobbi e le new entry Osvaldo e Papa Waigo....
Vi rendete conto???
Noi piangevamo per l'assenza di Mutu, giustamente, ma questi ragazzotti ci hanno aiutato nella realizzazione di un sogno....
Ora non è più neanche una bestemmia pensare al 3° posto....
Va bè, va bè...voglio seguire Mr. Prandelli e stare con i piedi per terra...però questa vittoria me la voglio proprio godere....SIIIII
E giovedì battiamo pure l'Everton, mi raccomando....
FORZA FIORENTINA!!!!
Fiorentina Juventus Vittoria

La Repubblica, ha pubblicato ieri una bellissima intervista a Cesare Prandelli, nella quale, per la prima volta, il Mister parla di come sta vivendo dopo la morte della moglie Manuela, avvenuta il 26 Novembre scorso.
E' un'intervista molto bella che ci fa, ancora di più capire, quale grande uomo abbiamo noi per allenatore.
Grazie Mister!
"La mia vita senza Manuela tra il calcio, i figli e Dio"
di DARIO CRESTO-DINA
FIRENZE - Questa è la storia di un uomo e una donna. Come ce ne sono tante. È la storia di un amore. Come a volte esistono. È la storia di un dolore. Come quelle che prima o poi ci sbattono addosso perché non può esserci una vita senza dolore. L'uomo si chiama Cesare Prandelli. Ha cinquant'anni. Alla fine della terza media voleva iscriversi al liceo artistico, si è ritrovato invece geometra perché la mamma gli raccomandava: il diploma, Cesare, il diploma... Voleva diventare architetto perché gli è sempre piaciuto pensare, creare, costruire qualcosa. Anche solo un'idea. Ha fatto invece il calciatore. Ha vinto con la Juventus qualche scudetto e una coppa campioni, si è distrutto le ginocchia e ha smesso presto, senza barare, a trentadue anni. Oggi è l'allenatore della Fiorentina, ma qui se potessero lo farebbero sindaco, presidente di tutti i posti in cui è previsto un presidente e, perché no?, persino papa e santo, naturalmente subito.
La donna si chiama Manuela Caffi, è sua moglie. È morta all'ora di pranzo del 26 novembre dell'anno scorso. Aveva quarantacinque anni. Quel giorno era un lunedì, il giorno in cui i calciatori e gli allenatori si riposano. "Fino alle dieci della domenica era lucidissima. Io e i miei figli durante le ultime ore ci siamo messi nel letto con lei. L'abbracciavamo, la accarezzavo, le parlavamo di continuo. I medici della terapia del dolore, che lei chiamava i suoi angeli, ci hanno spiegato che i malati terminali perdono per ultimo il senso dell'udito, ma riconoscono solamente le voci dei familiari, quelle degli estranei si trasformano in un rumore metallico. Porto dentro di me le sue ultime parole. Ma non riesco a dirle, a farle uscire. È troppo dura".
Dopo tre mesi è la prima volta che Cesare Prandelli accetta di raccontare la sua Manuela. Nella sala riunioni della sede della Fiorentina. Una t-shirt bianca e un maglione arancione, il fisico da ragazzo, lo sguardo sulla fede che porta al dito, un bicchiere d'acqua sul tavolo che a un tratto si rovescia e lui va nello sgabuzzino, prende uno straccio e asciuga il pavimento mettendosi in ginocchio. Si deve pur ricominciare, da qualche parte, in qualche modo.
Potremmo partire dalla terra, la sua. Da Orzinuovi, provincia di Brescia. "Di lì si parte e lì si torna. Dove sono nato e cresciuto, dove vivo ancora nella casa dei miei. Papà è morto che avevo sedici anni, mamma sta con me. A Orzinuovi sono Cesare e basta. C'è la piazza Vittorio Emanuele, una bella piazza con i portici. Manuela l'ho conosciuta là, al bar, una domenica pomeriggio. Giocavo in B con la Cremonese, tornavo dalla partita, avevo voglia di una cioccolata calda. Lei era con una sua amica, ci siamo soltanto guardati, ci siamo piaciuti subito. Il giorno dopo con una scusa sono andato a prenderla a scuola. Avevo diciott'anni, lei non ancora quindici. Non ci siamo più lasciati".
Quando vi siete sposati? "Nell'82. Ero alla Juve. I miei testimoni sono stati Antonio Cabrini e Domenico Pezzolla, mio compagno a Cremona. Ora fa l'ambulante, vende formaggi".
Mai una crisi, mai un tradimento? "In trent'anni abbiamo litigato una volta sola, colpa di una racchetta da tennis. Se mi chiede se le ho messo le corna le rispondo di no. Se per tradimento invece intende la mancata condivisione di una scelta e di una idea, allora le dico di sì, che a volte credo di averlo fatto. Nell'educazione dei figli, per esempio. Su questo piano sarò sempre in difetto nei confronti di mia moglie".
Padri e figli: che cosa ha imparato dai suoi genitori? "Da mio padre il rispetto per chi lavora, spero di averlo fatto mio. Da mia madre la fisicità dell'amore, il non vergognarsi di volere bene. Dimostrarlo con il cuore, la testa, le mani".
E che cos'è l'amore? "Credo ci siano diversi tipi di amore. Quello per una donna, quello per i figli, quello per gli amici. Ho scoperto che molte persone hanno paura di amare, hanno paura di vivere l'amore. Perché in amore devi dare, devi essere altruista. Forse è più facile non amare. Siamo spesso prigionieri del nostro egoismo".
Che cosa le ha insegnato Manuela? "Tutto. Ho sempre le tasche vuote, non un soldo. Mai usato il bancomat, i soldi me li dava lei. Qualche giorno fa sono stato costretto a farmi prestare cinquanta euro da un collaboratore della società per fare benzina. Non mi sono ancora abituato... Manuela mi ha insegnato a usare le parole. Mi diceva: Cesare, la cosa più importante è sapere che cosa si vuole. Domandarselo e avere il coraggio di darsi le risposte. Quando sono diventato responsabile del settore giovanile dell'Atalanta mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Poi mi offrirono il Lecce. Le dissi: mi piacerebbe provare, ma solo se tu vieni con me. I bambini erano piccoli. Andiamo, mi rispose, ma promettimi che terrai i nostri figli fuori dal mondo del calcio".
A lei che cosa non piace di questo suo mondo? "L'esasperazione, le polemiche, i processi, l'arroganza, la stupidità, l'oblio. Quando giocavo io ci divertivamo di più, tra compagni di squadra ci si frequentava dopo le partite, gli allenamenti. Mischiavamo le nostre solitudini. Oggi i calciatori lo fanno molto di meno. Questo mondo ha dato lavoro a tanti, ma tanti si prendono troppo sul serio. Eppure fai un mestiere che ti piace, ti danno un sacco di soldi, sei un privilegiato. Vivi una vita che non è normale. Se ho una qualità è quella di saper scegliere i miei abiti mentali. Non posso assumere un modo di essere che non è il mio. Non riesco a fingere, a mordermi la lingua, a mettere su il disco dell'ipocrisia".
Parlavate spesso di politica, lei e sua moglie? "Poco. Ho votato la sinistra più di una volta, ho avuto ad un certo punto simpatia per il centrodestra. Sono stato un ondivago, come vede. Vorrei una politica liberata dall'ideologia. Non mi chieda di più. Non sono preparato".
Lei è ricco? "Sto bene, molto bene. Ma la ricchezza non mi interessa. Mi preme la tranquillità economica dei miei figli. Nicolò ha ventitré anni, studia da manager dello sport. Carolina ne ha ventuno, fa lettere all'università e adora la danza. Non voglio diventare ricco. Voglio cercare di vincere qualcosa, questo sì".
Mi hanno raccontato che prima di prendere Capello, la Juventus la voleva come allenatore. Di fronte alla scrivania di Moggi lei sparò una richiesta altissima, Moggi si alzò, le strinse la mano e le disse arrivederci. È vero? "Sì. Per la Juve avrei firmato in bianco, ma sapevo che non mi avrebbero preso. Chiesi quella cifra per andare a scoprire le loro carte. Non mi presero, come avevo previsto".
Quando si è ammalata Manuela? "Sette anni fa. Allenavo il Venezia. Un nodulo a un seno. Sembrava routine. Operazione a Brescia. Meno di due anni dopo un problema a un linfonodo. Nuova operazione, parecchie metastasi, chemioterapia. Un disastro".
La Roma per qualche mese, poi le dimissioni. Perché? "Manuela voleva stare a casa. Facemmo un patto, le dissi che se le cure fossero state invasive sarei stato ogni minuto al suo fianco. Era lei la mia priorità. La sua vita era la mia vita. Tornai a Orzinuovi. Molti si sorpresero, per me invece fu una scelta naturale. Il calcio a volte ha paura della normalità".
C'è stato un momento in cui ha creduto che Manuela si sarebbe salvata? "Sì, dopo Parigi e un interminabile calvario di terapie chemioterapiche. I medici ci diedero molte speranze. Lei stava meglio. Venimmo a Firenze. Per quasi tre anni le cose sono andate bene. La scorsa primavera la situazione è improvvisamente precipitata, a maggio il tumore ha colpito il fegato. È stato l'inizio della fine. Da allora la lotta è stata soltanto contro il dolore, un dolore devastante, non più contro la malattia".
A chi altri avete chiesto aiuto in questi anni? "A Dio. Siamo andati a Spello, da frate Elia. Lunghe, dolcissime chiacchierate. Sedute di preghiera. Emozionanti, commoventi. Manuela, io, i due ragazzi. Io ho la fede, l'abitudine alla preghiera. Lei era invece un po' come San Tommaso, ma l'incontro con frate Elia è stato straordinario. L'ha cambiata. Credo che senza di lui la mia Manu sarebbe morta prima".
Ora lei come sta? "Sto. Quasi tutta la mia famiglia è venuta a Firenze, respiro quando sono con Carolina e Nicolò. Cerchiamo di capire assieme come ricominciare. Mi danno sollievo il campo, i ragazzi, le partite. Da solo mi sento sperduto".
E crede che rimarrà da solo? "Adesso le posso solo rispondere di sì. Non riesco a immaginarmi con un'altra donna accanto. Penso che una persona che abbiamo tanto amato continui a vivere dentro di noi fino a quando moriremo a nostra volta".
A Firenze la strada principale che conduce allo stadio si chiama Viale dei Mille. Per un lungo tratto a ogni albero è appeso un cartellone dell'Associazione tumori della Toscana. Raffigura Cesare Prandelli sul prato del campo. È in giacca blu e cardigan viola. Non sorride. Con il braccio destro saluta i tifosi della curva Fiesole. È il suo modo di dire grazie.
Cesare Prandelli Manuela Caffi Prandelli Fiorentina

Nel giorno del lutto e dell'abbraccio a Prandelli, nel giorno della sconfitta per 2-0 in casa con l'Inter, la Fiorentina balza alle cronache anche per un'altra notizia.
A fine gara i giocatori viola hanno atteso l'ingreso nel tunnel che porta agli spogliatoi dei giocatori dell'inter e a tutti hanno stretto la mano. Questo un po' sulla falsariga del cosiddetto "Terzo Tempo" del rugby.
Un'iniziativa, presa in totale autonomia dalla Fiorentina, che la riproporrà sempre, che è stata subito apprezzata da pubblico, stampa e istituzioni.
La Lega Calcio ha deciso che, da Gennaio, su tutti i campi di serie A, questo "Terzo Tempo" venga regolamentato e reso obbligatorio.
Ancora una volta una luce di civiltà parte da Firenze. Grazie Ragazzi!
Terzo Tempo Fair Play Fiorentina Calcio

Si è spenta oggi, Manuela, la moglie del tecnico della Fiorentina Cesare Prandelli.
La signora Prandelli era malata da tempo e fece notizia quando, nel 2004, il tecnico abbandonò la guida della Roma, dopo un mese, per stare accanto alla moglie.
Manuela aveva 45 anni e lascia i figli Niccolò di 24 e Carolina di 21.
I funerali si terranno Mercoledì alle ore 14,40 nella Chiesa di Orzinuovi (BS). E' prevista la partecipazione di tutta la squadra viola.
"Caro Cesare, sono vicino a te e alla tua famiglia con immenso affetto. Assicuro la mia preghiera per Manuela e per voi.
Sei un grande uomo!
Un Abbraccio,
Ettore"
Cesare Prandelli Manuela Prandelli Fiorentina

In un'intervista rilasciata al Giornale della Toscana, il ds viola Pantaleo Corvino non usa mezzi termini: "Non potremo mai vincere lo scudetto - ha affermato Corvino - perchè Juve, Milan, Inter e Roma prendono molti più soldi di noi. Dal quinto posto all'ottavo, quella è la nostra zona. Dovrei chiedere alla mia proprietà 80 milioni di euro a estate per contrastare queste squadre!".
Indubbiamente è una considerazione amara per tutti noi tifosi viola che stiamo aspettando la conquista del titolo da decenni.
"Per favore, capiamoci una volta per tutte. - ha continuato Corvino - Sento parlare spesso a Firenze di scudetto: siamo onesti, non potremo mai lottare per questo obiettivo. Finchè la logica della spartizione dei diritti tv sarà questa, la Fiorentina non potrà che partire dal quinto posto. Se azzeccherà l'annata potrà arrivare quarta come lo scorso anno, se la sbaglierà arriverà ottava".
Un motivo di riflessione perché continui la lotta avviata dalla nostra proprietà sulla contrattazione collettiva dei diritti TV.
Fiorentina Firenze calcio
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