Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Ettore (del 05/11/2007 @ 00:48:15, in News, linkato 1133 volte)
Per una volta tanto sono d'accordo col politologo Giovanni Sartori e propongo alla vostra attenzione questo editoriale uscito il 3 Novembre sul Corriere della Sera.
Quoto integralmente e sottoscrivo
I tentativi di dialogo tra il governo e Bossi
Ora dico basta al federalismo
di Giovanni Sartori
Il governo Prodi regge l’anima con i denti e l’opposizione (Berlusconi) lo vuole morto e basta: nessun accordo su niente. Ma ecco—sorpresa, sorpresa— che dai meandri oscuri di Montecitorio sbuca un progetto di riforma costituzionale: un disegno di legge già stilato e già sottoposto alla Commissione Affari costituzionali presieduta dall’onorevole Violante. È sorpresa perché finora sapevamo che Prodi e la sua striminzitissima maggioranza erano mobilitati come un sol uomo (o donna, la bravissima Anna Finocchiaro) nel far passare la Finanziaria.
Ma ora sappiamo che alla Camera c’è chi lavora 48 ore su 24, e con altrettanta urgenza, per varare un «progettino» costituzionale. Sì, progettino; perché è monumentalmente lacunoso. Le riforme costituzionali davvero necessarie e urgenti sono due: l’introduzione della sfiducia costruttiva (il premier non può essere dismesso senza la contemporanea indicazione del suo successore), e la preminenza del capo del governo stabilita dal fatto che solo lui si presenta al Parlamento per la fiducia (il che implica che i suoi ministri possono essere cambiati a sua discrezione).
Ma di queste due riforme nel progettino in questione non c’è traccia. L’intento è soltanto di stabilire alla chetichella che il nostro Paese è oramai «federale». Dopo divagazioni varie, nell’articolo 7 del progettino si legge: «L’articolo 70 della Costituzione è sostituito dal seguente: la funzione legislativa dello Stato è esercitata collettivamente (sic!) dalla Camera dei Deputati e dal Senato federale della Repubblica...». Federale? Se così, si dovrebbe cominciare dal modificare l’articolo 1 che sinora dice così: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Ma, appunto, siamo al cospetto di un progettino (ino, ino). Quale ne è il senso? Per parafrasare Andreotti, pensare male è peccato, ma è anche, spesso, pensare il vero. E il vero è, sospetto, che il Palazzo di sinistra si vuole ingraziare Bossi per aiutare il governo Prodi a sopravvivere.
Come già in passato, si svende il Paese per trenta denari. E su questa premessa dico la birbonata che covo in seno. Ho sempre chiesto: quanto costerà il federalismo? Costerà non solo in denaro (in sprechi di denaro) ma anche in inefficienze e appesantimenti burocratici aggiuntivi? Come forse qualcuno ha notato, sul punto è calata una cappa di silenzio. Mistero. Ma ora il mistero è svelato da una fotografia concreta, visibile, dell’Italia così come effettivamente è, e cioè da La Casta di Rizzo e Stella. Il volume ha già venduto un milione di copie, e spero che ne continuerà a vendere. Vorrà dire che c’è un largo e crescente pubblico in grado di capire come sarà (Dio non voglia) un’Italia federale. S’intende che l’Italia non è tutta come descritta da Rizzo e Stella.
Ma l’Italia che descrivono è già sufficiente, più che sufficiente, per mandare tutto il Paese a picco. Rinvio a un’altra occasione l’illustrazione del nostro record di non-governo e di malgoverno romano. Resta il fatto che strade e ferrovie, rigassificatori, centrali elettriche, inceneritori di rifiuti, eccetera, sono sempre più bloccati, ovunque, da amministrazioni locali «ricatto» che chiedono soldi e benefici per concedere permessi. Se non vogliamo che il Paese precipiti sempre più nel caos, nella paralisi burocratica e nelle distorsioni clientelari, il federalismo non va attuato ma disattivato. Non sono il solo a pensarlo; resterò il solo a dirlo?
Federalismo Governo Politica Sartori
Di Ettore (del 18/10/2007 @ 23:49:01, in News, linkato 2742 volte)
E' con malcelato orgoglio campanilistico che vi riporto la seguente notizia dal sito del Corriere della Sera
E l'iPhone in Toscana è già in vendita
Un negozio ha in vetrina la versione Usa del telefonino di Apple: craccata per essere usata anche in Italia
MILANO - In Italia è ancora un simbolo del desiderio anche perché arriverà, almeno ufficialmente, tra alcuni mesi. Eppure c’è chi si arrangia e lo mette in vendita a più del doppio del prezzo: 799 euro contro i 399 dollari (circa 283 euro) della versione legale venduta negli Stati Uniti. Accade in un negozio di telefonia nel centro di una città toscana.
L’iPhone, incelofanato, è normalmente esposto in vetrina con tanto di cartellino a mo’ di offerta. Basta entrare nel negozio, poi, per avere tutte le informazioni. E sapere dai commessi che l’iPhone è stato «craccato» cioè reso compatibile con le sim telefoniche di Tim, Vodafone e Wind. Procedura vietata, almeno negli Stati Uniti, dalla legge perché l’iPhone è venduto con una scheda di un operatore (l’At&t) e il cliente deve stipulare un abbonamento, ma non può in alcun modo cambiare la sim. L’iPhone alla Toscana funziona perfettamente anche se non si può aggiornare. Se poi viene collegato al computer per scaricare la musica da acquistare nello store di Apple, iTunes, rischia di essere riconosciuto dalla «casa madre» come irregolare e bloccato con un software di aggiornamento.
Vai così! Alla grande!!!!
iPhone Apple Toscana
Di Ettore (del 29/09/2007 @ 02:25:56, in News, linkato 8583 volte)
QUESTO BLOG E' SOLIDALE CON IL POPOLO BIRMANO
Continua in Birmania la repressione del Regime Militare contro i pacifici manifestanti, guidati dai monaci buddisti, che protestano affinché ritorni la democrazia in quel martoriato Paese.
Il Mondo, intano, sembra svegliarsi dal torpore e sta iniziando a cercare di far pressione sulla Giunta affinché interrompa le violenze e si riapra un dibattito democratico.
La Lega Nazionale per la Democrazia, guidata dalla Premio Nobel Aung San Suu Kyi, oggi agli arresti domiciliari, vinse le elezioni del 1990, ma i militari al potere dopo il golpe del 1988, annullarono il voto. Il regime cambiò il nome del Paese da Birmania a Myanmar e quello della capitale da Rangoon a Yangon.
Video della BBC
Birmania Myanmar Rangoon Yangon Democrazia Protesta Monaci Buddisti
Di Ettore (del 16/09/2007 @ 04:08:24, in News, linkato 1346 volte)
Ad un anno dalla morte volevo ricordare Oriana Fallaci.
Se ne possono discutere le idee, ma penso siano fuori discussione il suo talento, la sua professionalità e la sua onestà intellettuale.
La pagina di giornale che vedete nella foto è affissa da un anno su un portone di Via Faenza, a Firenze.
Oriana Fallaci Firenze
Di Ettore (del 11/09/2007 @ 22:38:30, in News, linkato 3575 volte)
Di Ettore (del 07/05/2007 @ 23:01:56, in News, linkato 1355 volte)
Il Forum delle associazioni familiari, le associazioni, i movimenti e le nuove realtà ecclesiali italiane promuovono una manifestazione nazionale aperta a tutti i cittadini italiani che condividono i principi espressi nel Manifesto “Più famiglia”a sostegno della famiglia. La manifestazione di popolo si terrà a Roma, piazza San Giovanni in Laterano, il 12 maggio prossimo.
I vertici delle associazioni, dei movimenti e delle nuove realtà ecclesiali in accordo col Forum hanno approvato e sottoscritto il Manifesto che reca il titolo “Più famiglia", e il sottotitolo “'Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese".
Nel Manifesto si sottolinea la necessità di politiche pubbliche di promozione della famiglia e viene espresso inoltre un giudizio negativo nei confronti dell'equiparazione al matrimonio di altre forme di convivenza e si sollecita un'assunzione di responsabilità da parte dei legislatori.
CALL CENTER 06.6896930 lunedi-sabato: 9-19
Promotori
FORUM delle associazioni Familiari
AGESCI Associazione italiana guide e scouts d'Europa AMCI Associazione Medici Cattolici Italiani ACLI Associazione cristiane lavoratori italiani AZIONE CATTOLICA Cammino neocatecumenale CSI Centro sportivo italiano CIF Centro italiano femminile COLDIRETTI CL Comunione e Liberazione Comunità di Sant'Egidio CNAL Consulta nazionale aggregazioni laicali COPERCOM FAMIGLIE NUOVE MCL Movimento cristiano lavoratori Misericordie d'Italia MPV Movimento per la vita Retinopera RNS Rinnovamento nello Spirito Santo UCID Unione cristiana imprenditori e dirigenti UGCI Unione Giuristi Cattolici Italiani UNITALSI
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Ulteriori informazioni sul sito ufficiale del FamilyDay
E' in gioco il futuro della Società che da sempre, e naturalmente, ha origine nella Famiglia formata da uomo e donna.
Partecipiamo tutti al Family Day. Sabato 12 Maggio a Roma in Piazza S. Giovanni in Laterano.
Family Day Famiglia Dico Politica Chiesa
Di Ettore (del 25/02/2007 @ 21:22:10, in News, linkato 1523 volte)
Se ci fosse bisogno di qualche altro motivo per non ridare fiducia a Prodi & Co...beh questo è senz'altro uno di quelli.
In questi giorni la stampa riferisce che il ministro della funzione pubblica, Nicolais, ha firmato un decreto che sblocca la RAI dal tetto delle retribuzioni che possono essere dati ai consulenti degli enti pubblici.
Tale tetto ammonta, come prevede la Finanziaria 2007, a quanto percepito dal primo presidente della Corte di Cassazione e cioè circa 272 mila euro annui.
Perché questo decreto in fretta e furia? Ma perché Sanremo è Sanremo...
Già senza tale decreto non si sarebbe potuto corrispondere più di tale cifra a Pippo Baudo e Michelle Hunziker conduttori del prossimo Festival.
Vi rendete conto? Ci sono migliaia e migliaia di lavoratori pubblici che lottano ogni anno per i rinnovi dei contratti di lavoro scaduti per avere un centinaio di euro lordi in busta paga in più e il ministro per chi agisce celermente? Per Baudo e la Hunziker.
A me di Baudo e la Hunziker, francamente, non me ne frega nulla ma mi frega delle migliaia di lavoratori pubblici, fra cui addetti alle forze dell'ordine, medici ecc...che hanno stipendi ridicoli ma che contribuiscono ben più di Baudo e la Hunziker alle sorti del nostro Paese.
La RAI è pagata con i nostri soldi. Se non riesce a trattenere tali "campioni" che vadano nel privato....
Si vergogni Nicolais....
festival Sanremo stipendio governo Pippo Baudo Michelle Hunziker
Di Ettore (del 09/02/2007 @ 22:09:20, in News, linkato 1528 volte)
E così il Governo del cattolico adulto Prodi ha varato il suo disegno di legge sui Dico (variante all'italiana dei PACS) che a mio giudizio porterà ad un indebolimento dell'istituto familiare fondato sul matrimonio Uomo-Donna tutelato e promosso dalla nostra Costituzione.
La Chiesa continua ad esprimere le sue preoccupazioni e perplessità con una nota dei vescovi italiani e con le parole sempre più accorate del Papa Benedetto XVI.
Mi dite perché riconoscere diritti simili al matrimonio a chi rifiuta il matrimonio? Se uno vuole quei diritti che si sposi. E' come voler garantire uno stipendio a chi non vuol lavorare.... I diritti devono essere sempre correlati, in uno Stato di diritto, a dei doveri, altrimenti bella forza...
Pongo alla vostra attenzione e riflessione l'editoriale, senza firma e perciò espressione della linea ufficiale del giornale, sulla questione, pubblicato pochi giorni fa su Avvenire. Meditate gente, meditate....
Il perché del nostro leale "non possumus"
Il lavorìo su un possibile disegno di legge del governo in materia di unioni di fatto sembra dunque arrivato ad una svolta. Le anticipazioni di stampa - soprattutto quella assai particolareggiata fornita sabato scorso da "Repubblica" - tenderebbero a confermare che ormai ci siamo. (C) Avvenire - Editoriale non firmato - 6 febbraio 2007
In realtà, però, a quanto è dato di capire, non ci siamo affatto. L'impianto della bozza normativa fatta circolare induce infatti a ritenere che ciò che era stato solennemente escluso, la creazione di un modello simil-familiare, è in realtà quello che si va alacremente predisponendo.
Era possibile domandarsi quali soluzioni potessero essere adottate per dare attuazione a quel capitolo del programma dell'Unione (qui senza l'Udeur) che prevede il «riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà delle persone che fanno parte delle unioni di fatto». Formula questa che - secondo logica - individua come oggetto del riconoscimento che si vuole introdurre i diritti dei singoli e non la convivenza in quanto tale. Ne deriva che qualsiasi modello di registrazione, certificazione o attestazione della convivenza, ad esempio di tipo anagrafico, alla quale venisse collegata l'attribuzione di diritti e di doveri dei soggetti che ne fanno parte, sarebbe del tutto gratuita, e finirebbe per riconoscere legalmente una realtà di tipo para-familiare, determinandola anzi come un nuovo status.
Ebbene, tutto ciò che qui si paventa, lo troviamo nella bozza messa abilmente in circolazione per saggiare l'opinione pubblica. È infatti l'articolo 1 a dare subito il là in senso para-matrimoniale al testo. In primo luogo, introduce il "rito" della dichiarazione di convivenza e della conseguente "annotazione" nell'anagrafe comunale e fa discendere da questo passaggio l'attribuzione di diritti e di doveri ai conviventi. Si delinea, insomma, un processo nel quale l'anagrafe diventa lo strumento non di un puro e semplice accertamento, ma dell'attribuzione di uno status giuridicamente rilevante. Inoltre lo stesso articolo va a specificare - cosa assolutamente non dovuta - a quale titolo la convivenza si instaura, ossia delimitando le convivenze oggetto della normativa a quelle tra «due persone maggiorenni» legate da «vincoli affettivi». Le unioni di fatto con finalità assistenziali o solidaristiche non sono neanche considerate. E, stando ad altre anticipazioni di stampa, sarebbero addirittura escluse esplicitamente quelle tra fratelli e sorelle o tra parenti in linea retta.
Se a qualcuno queste sembrano questioni di lana caprina, si ricreda. Un conto è riconoscere alcuni diritti a persone che hanno dato liberamente origine a una situazione di fatto che rimane tale, e tutt'altro è dare a tale condizione una rilevanza giuridica che ne fa, appunto, la fonte di diritti e doveri assai simili a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio. Sulla base di una costruzione giuridica, si riconoscerebbe così tutta una serie di diritti - in materia di successione, di pensione di reversibilità, di obbligo di prestazione di alimenti, di dovere di reciproca assistenza e solidarietà - che non a caso l'ordinamento italiano prevede solo e soltanto in relazione allo status familiare e al valore di assoluta preminenza a questo riconosciuto dalla Costituzione e dalle leggi. E il risultato sarebbe quello di porre in modo forzoso e inevitabilmente sconvolgente su un piano analogo la programmatica stabilità della famiglia definita nell'articolo 29 della nostra Carta fondamentale e la condizione liberamente altra delle scelte di mera convivenza. Un'operazione spericolata da un punto di vista giuridico e ancora di più per significato e impatto sociale.
È questo il cuore del problema. Creare, sia pure in forma involuta e indiretta, un modello alternativo e spurio di famiglia significa indebolire e mortificare l'istituto coniugale e familiare «nella sua unicità irripetibile» (Benedetto XVI, domenica scorsa): l'esperienza, realizzata in una serie di Paesi, questo sgradevole nesso dimostra in modo incontrovertibile. E significa agire in oggettivo e azzardato contrasto con il favor riconosciuto alla famiglia fondata sul matrimonio dalla Costituzione repubblicana e da una tradizione culturale e giuridica bimillenaria.
Per questi motivi, se il testo che in queste ore circola come indiscrezione fosse sostanzialmente confermato, noi per lealtà dobbiamo fin d'ora dire il nostro "non possumus". Che non è in alcun modo un gesto di arroganza, piuttosto è la consapevolezza di ciò che dobbiamo - per servizio di amore - al nostro Paese. L'indicazione franca e disarmata di uno spartiacque che inevitabilmente peserà sul futuro della politica italiana.
pacs chiesa famiglia unioni di fatto dico
Di Ettore (del 02/02/2007 @ 23:16:31, in News, linkato 1551 volte)
Apprendo solo ora la notizia della morte del poliziotto ucciso a Catania durante gli scontri in occasione del derby col Palermo. La FIGC ha, giustamente, deciso l'interruzione di tutti i campionati.
Sono sempre stato un tifoso sfegatato ma non ho mai considerato la violenza come un "accessorio" quasi inevitabile del tifo e l'ho sempre condannata in tutte le sue forme da quelle semplicemente verbali a quelle più drammatiche come quelle di questa sera.
Ora Basta!!! Speriamo che si riesca davvero a fare qualcosa. Meglio non giocare più se si deve morire per questo.
Sono vicino con l'affetto e la preghiera alla famiglia del poliziotto ucciso e a tutte le persone che, svolgendo il loro lavoro o semplicemente volendosi divertire, stasera hano subito violenza.
Da www.corriere.it
CATANIA - Finisce in tragedia il derby siciliano. Un'ispettore capo di polizia, Filippo Raciti, di 38 anni, è morto questa sera durante gli scontri tra forze dell'ordine e i tifosi in occasione dell'incontro tra Catania e Palermo. Secondo una prima ricostruzione l'agente è stato colpito al volto da una bomba carta mentre si trovava all'interno della propria auto ed è morto dopo essere stato trasportato all'ospedale Garibaldi di Catania. Lascia la moglie e due figli. I disordini sono scoppiati e continuati all’esterno dello stadio di Catania, dove è terminato l’anticipo della 22esima giornata di Serie A tra Catania e Palermo. Le telecamere di Sky hanno ripreso un lancio di oggetti da parte di numerose persone nei confronti di vetture della polizia di Stato che hanno cercato di disperdere i facinorosi. Sul luogo sono intervenuti agenti in tenuta antisommossa. Al termine degli scontri ci sono state decine di fermati.
MORTO UN'ORA DOPO IL RICOVERO - «Il decesso di Filippo Raciti è avvenuto dopo un'ora dal suo arrivo in ospedale - ha spiegato il direttore dell'azienda ospedaliera Garibaldi Giuseppe Navarria -. L'agente di polizia, giunto in condizioni disperate, ha avuto un arresto cardiaco. Dopo essere stato sottoposto alle procedure di rianimazione, aveva ripreso qualche funzione vitale. Ma tutto è stato inutile».
L'ARRIVO DEI TIFOSI DEL PALERMO E L'INIZIO DEL CAOS - I sostenitori della squadra rosanero erano giunti allo stadio, scortati dalla polizia, dopo l'inizio del secondo tempo ed il loro arrivo era stato accompagnato da scontri con le forze dell'ordine avvenuti già all'esterno dell'impianto. La situazione è quindi degenerata e ha costratto l'arbitro a sospendere l'incontro, anche per il fitto fumo dei lacrimogeni che si era addensato sul campo di calcio.
DECINE I FERITI - Decine di persone sono rimaste ferite, tra cui anche un altro agente di polizia in condizioni molto gravi, negli scontri furibondi esplosi al termine del derby Catania-Palermo, fuori dallo stadio «Massimino» di Catania. Dopo la vittoria della squadra rosanero, sono scoppiati incidenti ancora più violenti di quelli che già al 13esimo del secondo tempo avevano causato la sospensione del match per circa mezz'ora quando le forze dell'ordine avevano lanciato lacrimogeni in curva Nord dove sostenitori del Catania bersagliavano con fumogeni e petardi i fan del Palermo.
TIFOSI DEL PALERMO BLOCCATI ALLO STADIO - Sono ancora all'interno dello Stadio «Massimino» i tifosi del Palermo che hanno assistito alla partita con il Catania funestata dalla morte di un ispettore capo della polizia, colpito da una bomba carta.
VERTICE IN FEDERCALCIO - La Federcalcio in una riunione d'emergenza ha deciso lo stop ai campionati. L'INCHIESTA - Nel frattempo la procura di Catania ha aperto un'inchiesta sulla morte del poliziotto. Il magistrato che si occupa del caso si è recato all'ospedale Garibaldi, dove era stato ricoverato Filippo Raciti.
Riporto anche il comunicato della ACF Fiorentina
Il commissario straordinario della Figc, Luca Pancalli, ha deciso di sospendere tutti i campionati di calcio in seguito alla morte di un ispettore di polizia durante gli scontri scoppiati a Catania in occasione della gara contro il Palermo. La Fiorentina condividendo pienamente la decisione presa dagli organi federali rivolge un pensiero particolare alle famiglie delle persone coinvolte in questi drammatici eventi.
calcio violenza campionato Catania-Palermo
Di Ettore (del 30/12/2006 @ 05:27:14, in News, linkato 1707 volte)
Oggi, come riportano le più autorevoli testate on line, verso le ore 6.00 irachene, le 4.00 italiane, Saddam Hussein è stato impiccato insieme al fratellastro Barzan al Tikriti e all’ex presidente del Tribunale Rivoluzionario, Awad al Bandar. Tutti gli imputati erano stati condannati il 5 novembre scorso per la strage di Doujail.
Questo in esecuzione della sentenza in appello di pochi giorni fa. Vani gli interventi di molti esponenti della comunità internazionale, fra i quali Prodi.
Devo dire che nonostante Saddam sia stato senz'altro un feroce assassino e un dittatore sanguinario non provo soddisfazione.
Sono contrario alla pena di morte che per me rappresenta una sconfitta del diritto. Lo Stato non puo' abbassarsi al livello di un assassino, chiunque egli sia e nessuno puo' avere il potere di togliere la vita.
Temo per le reazioni nei prossimigiorni in quel già martoriato Paese.
Vedremo cosa accadrà ma la via della Pace la vedo, purtroppo, ancora lontana.
Saddam Hussein
Iraq
pena di morte
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